Uno dei maggiori intellettuali italiani, saggista, giornalista ed ex direttore di Rai3, Angelo Guglielmi è scomparso lo scorso anno. Amico e sostenitore del Festival e dell’APS Nie Wiem che lo organizza, in accordo con la sua famiglia, Corto Dorico ha deciso di istituire un premio, il Premio Angelo Guglielmi, da assegnare ogni anno a un maestro del cinema che si sia distinto per la sua qualità artistica e per la sua capacità di raccontare il nostro paese, la sua vitalità e le sue contraddizioni.
Il Premio Angelo Guglielmi 2023 va a Marco Bellocchio.
Alla presenza di Carlo Guglielmi.
a seguire proiezione del film:
I pugni in tasca – Italia | 1965 | 107′ / versione restaurata a cura della Cineteca di Bologna
A PUGNI IN TASCA di Marco Bellocchio
Italia | 1965 | 107′
In una decadente villa della montagna piacentina vive una famiglia borghese la cui direzione è affidata, più che alla madre cieca, al maggiore dei quattro figli, Augusto, che, fidanzato da tempo ad una ragazza di città, attende con ansia il momento di abbandonare la casa per formare una propria famiglia nel capoluogo. Nella casa vivono: Leone, il più giovane dei fratelli, epilettico ed incapace di ragionare; Giulia, la quale, anche se apparentemente più normale, è a sua volta malata e psicologicamente ferma ad una preadolescenza che la lega morbosamente a Sandro.
Marco Bellocchio nasce a Piacenza nel 1939 ed esordisce con I pugni in tasca (1965) che lo impone all’attenzione internazionale (e per cui, teme, verrà ricordato). Innumerevoli riconoscimenti. Diventa, I pugni in tasca, il film simbolo di una gioventù che vuole ribellarsi prima di tutto all’ipocrisia e al conformismo di un ordine famigliare anche ricorrendo all’assassinio. Due anni più tardi dirige La Cina è vicina (Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia 1967). Negli anni Settanta il suo occhio ribelle, senza lasciare la famiglia che resta il suo bersaglio preferito, guarda dentro ad altre istituzioni per denunciarne violenze, soprusi e ingiustizie. Un collegio (Nel nome del padre, 1972), un manicomio (Matti da slegare – Nessuno e tutti, 1975) e la vita militare (Marcia trionfale, 1976). Nel 1979 Salto nel vuoto, che vince due Palmares, Michel Piccoli e Anouk Aimée, al Festival di Cannes (David per la regia, Nastro d’Argento, Premio Rizzoli, ecc. ecc.). Nel 1982 torna in famiglia per raccontare una tragedia privata con Gli occhi, la bocca, cui fanno seguito nel 1984 Enrico IV (tratto dalla commedia di Luigi Pirandello), Il diavolo in corpo (1986), una liberissima interpretazione del romanzo di Raymond Radyguet, grande scandalo e grande successo mondiale, e La visione del Sabba (1994). Dopo La condanna (1991), Orso d’Argento al Festival di Berlino, Il sogno della farfalla nel 1994. Nel 1997 Il principe di Homburg da Heinrich von Kleist, nel 1999 La balia (da una novella di Pirandello) e negli anni successivi L’ora di religione (2002), Buongiorno, notte (2003) con cui ha vinto l’European Film Academy Critic Award ed il premio per la sceneggiatura alla Mostra di Venezia, e Il regista di matrimoni (2006). Nel 2009 Vincere, David di Donatello per la regia (il film ne vince otto). Nel 2010 presenta al Festival di Venezia Sorelle Mai. Nel 2011 riceve a Venezia il Leone d’oro alla carriera. Come cinque anni prima l’Eurepean Film Awards sempre alla carriera. Da un certo tempo in poi collezionerà numerosi premi alla carriera a dimostrazione che dopo i primi anni di esaltazione critica e intellettuale la sua arte, rifuggendo la moda, avrà sempre bisogno di tempo per essere compresa e riconosciuta, a dimostrazione della sua profonda originalità. Nel 2012 presenta al Festival di Venezia il film Bella Addormentata, che vince il Festival Internazionale di Bari, già vinto con Vincere. Nel 2015 presenta, sempre al Festival di Venezia, il film, Sangue del mio sangue. Nel 2016 Fai bei sogni è il film di apertura alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes. Il film ha vinto il premio come miglior film italiano dell’anno per il S. N. C. C. I. (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani) ed ha avuto 10 nomination ai David di Donatello 2017. Nel 2019 esce Il traditore, film interpretato da Pierfrancesco Favino e Luigi Lo Cascio incentrato sul personaggio di Tommaso Buscetta, il mafioso, noto come “il boss dei due mondi”, che aiutò i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a far luce sull’organizzazione di Cosa nostra e sui suoi vertici. Il Film è stato in concorso al Festival di Cannes 2019. Nel 2021 riceve la Palma d’oro onoraria al Festival di Cannes, dove presenta anche in anteprima Marx può aspettare. Nel 2022 gira la sua prima serie televisiva Esterno notte sul rapimento di Aldo Moro con cui vince il David di Donatello per la regia ed il Nastro d’Argento come migliore serie televisiva. Nel 2023 presenta in concorso al Festival di Cannes Rapito, liberamente ispirato al libro di Daniele Scalise Il caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal papa (1996). Il film vince il Nastro d’Argento ed il Globo d’Oro.