Domenica 1 dicembre
Ore 10.30 |
Short on Rights / A corto di Diritti – semifinale | Concorso Internazionale Cortometraggi
Proiezione dei corti semifinalisti
09.01.berkovich (6’) di Anya Ryzhkova
Abraham (14’) di Elnaz Ghaderpour e Reza Gamini
On the Life of the Uprooted (21’) di Raphael Schanz e Philipp Seifert
Eksi Bir (15’) di Ömer Ferhat Özmen
Hafekasi (15’) di Annelise Hickeyù
Milena (25’) di Željko Stanetić
Segue votazione del pubblico in sala per decretare il corto che avanzerà alla finale
In collaborazione con Amnesty International Italia
Proiezione con colazione
09.01.berkovich di Anya Ryzhkova
Germania | 2024 | 6’01”
Il film è basato su un discorso della direttrice teatrale Evgenia Berkovich, la quale, insieme alla drammaturga Svetlana Petriychuk, Berkovich è sotto arresto e incarcerata dal maggio 2023, con l’accusa di “appelli pubblici” al terrorismo. Il 9 gennaio 2024, prima che il verdetto venisse annunciato, ha letto in versi il suo ultimo discorso.
Anya Ryzhkova è nata Kaliningrad nel 1998. Nel 2007 si è trasferita in Germania ed è cresciuta a Chemnitz. Dal 2019 studia Media Art and Design alla Bauhaus University di Weimar. Da aprile 2023 vi lavora come assistente all’animazione. Come freelance si occupa di animazione e filmmaking.
Abraham di Elnaz Ghaderpour e Reza Gamini
Iran | 2024 | 14’01”
Un adolescente transessuale di nome Abraham viene ucciso e bruciato in una grotta poco lontano da una piccola città. Il sospettato numero uno è suo padre, che si reca tutti i giorni in moschea a pregare.
Elnaz Ghaderpour è nata nel 1990 a Kermanshan in Iran. Ha studiato regia alla Tehran Art University, per poi proseguire gli studi nella stessa, con una laurea magistrale in montaggio. Ha lavorato per dodici anni come montatrice. Abraham è il suo primo corto. Reza Gamini è nato a Tehran in Iran nel 1988. Ha diretto cinque cortometraggi, tra cui Endorphin, che ha vinto una menzione speciale al 66esimo Festival di Locarno.
On the Life of the Uprooted di Raphael Schanz e Philipp Seifert
Germania | 2024 | 21’
Baracche di lamiera ondulata alla periferia della città. Ricordi di violenza e sfollamento a sfondo etnico. Una nuova casa che non è una casa. On the Life of the Uprooted è un’esplorazione cinematografica delle vite delle persone sfollate internamente in Etiopia. Attraverso immagini poetiche, intense interviste e poesie, la situazione di vita degli abitanti di un campo profughi diventa tangibile, così come il massacro che hanno subito. L’arrivo in un luogo sconosciuto, i conflitti con i nuovi vicini. Tra la rassegnazione e la disperazione, emerge anche la forza con cui le persone difendono la propria dignità e resistono ai conflitti etnici.
Raphael Schanz è un regista e produttore di documentari che vive a Berlino. Dopo aver studiato comunicazione e scienze sociali tra Erfurt, Berlino e Gerusalemme, ha studiato regia di documentari presso la filmArche a Berlino. È co-fondatore della casa di produzione panther reh e ha diretto diversi cortometraggi documentari. Philipp Seifert ha iniziato a lavorare come reporter per una televisione locale a 19 anni. Durante i suoi studi di cinematografia presso la filmArche di Berlino, ha lavorato come direttore della fotografia freelance, assistente operatore e nel reparto illuminazione. Dai lungometraggi ai documentari, dai video musicali ai programmi TV e agli spot pubblicitari, Philipp ha seguito tutti i formati dietro la macchina da presa. È co-fondatore della casa di produzione panther reh, con sede a Berlino.
Eksi bir di Ferhat Özmen
Turchia | 2024 | 15’
Enver è disturbato dal cattivo odore nel proprio palazzo e crede che la causa siano i nuovi inquilini del seminterrato. Inizia quindi a raccogliere le firme di tutti i residenti per allontanarli.
Curdo, nato nel 1993 a Bitlis, Ferhat Özmen è laureato alla facoltà Facoltà di Belle Arti dell’Università di Marmara. Il suo cortometraggio d’esordio “Beyoğlu Cinema” è stato selezionato in oltre 50 festival cinematografici nazionali e internazionali e ha ricevuto 15 premi. Il suo successo lo ha portato ad essere proiettato in 45 università turche. Il suo secondo lavoro, “Karganın Aşınan Gagası”, ha ricevuto il sostegno del Ministero della Cultura e del Turismo della Turchia ed è stato anch’esso proiettato in numerosi festival. L’ultimo suo cortometraggio “Eksi Bir” (Minus one) ha ricevuto il sostegno dell’UE Civil Think Fund ed è stato presentato in anteprima al Festival internazionale del cortometraggio di Clermont-Ferrand. Özmen ama esplorare nei suoi lavori tematiche sociali e politiche, pur mantenendo sempre un sottile senso dell’umorismo.
Hafekasi di Annelise Hickeyù
Australia | 2023 | 15’
Una giovane ragazza, cresciuta da una madre bianca single e disconnessa dalle sue origini tongane, deve trovare rapidamente il suo posto in un mondo che sembra non appartenerle.
Annelise Hickey è una regista australiana con all’attivo numerosi video musicali per i più grandi artisti australiani. Vince l’ARIA Award 2021 per il miglior video musicale. Nel 2018 scrive e dirige pluripremiato “50 Shades of No”. Di origini tongane e irlandesi, Annelise è da sempre attratta dalle storie sui racconti di appartenenza culturale. Dopo anni trascorsi a raccontare le storie di altre persone, ora cerca di raccontare le proprie, quelle della sua comunità di Pasifika.
Milena di Željko Stanetić
Serbia | 2024 | 25’11”
Vent’anni dopo che Milena e Stevan sono fuggiti dalla Croazia dilaniata dalla guerra per rifugiarsi in Serbia, una giornalista che indaga sulle storie dei rifugiati arriva per intervistarli. Questo incontro sarà però diverso da tutti quelli che ha condotto finora.
Nato nel 1986 a Sremska Mitrovica, Jugoslavia. Durante i suoi studi di giornalismo presso il Dipartimento di Studi sui Media della Facoltà di Filosofia dell’Università di Novi Sad, si è concentrato su temi di giustizia transizionale e confronto con il passato. Dal 2012 lavora presso il Vojvodina Civic Center, di cui è uno dei fondatori, acquisendo nel corso degli anni un’esperienza inestimabile nell’adottare approcci contemporanei e innovativi per esplorare le conseguenze della guerra, la riconciliazione e la cultura della memoria. Attualmente vive tra Novi Sad (Serbia) e Barcellona (Spagna). Questo è il suo primo cortometraggio di finzione.
venerdì 6 dicembre
Ore 21.15 | Auditorium – Mole Vanvitelliana
Concorso Internazionale Cortometraggi | Short on Rights / A corto di Diritti – finale
The Strange Case of the Human Cannonball (10’) di Roberto Valencia
Spider-Zan (13’) di Maryam Khodabakhsh
Plastico (5’) di David Harriman, James Bettney
Burul (14’) di Adilet Karzhoev
Sara (15’) di Ariana Andrade Castro
An Orange From Jaffa (26’) di Mohammed Almughanni
Segue premiazione dei vincitori del Premio Amnesty International, del Premio Giuria Giovani “Gianni Rufini” e del Premio del Pubblico
In collaborazione con Amnesty International Italia
The Strange Case of the Human Cannonball di Roberto Valencia
Ecuador | 2024 | 10′
Una mattina, un uomo misterioso giace sdraiato nella piazza di un villaggio abitato da soli cinque residenti. Nessuno sa chi sia o da dove provenga, ma i cinque devono agire in fretta prima che lo sconosciuto si svegli.
Roberto Valencia (Beto Val) è uno scrittore di storie per bambini, pubblicitario e artista digitale.Ha lavorato per più di 20 anni come direttore creativo in diverse agenzie di comunicazione a Quito, in Ecuador. È co-creatore della rivista per ragazzi e ragazze ¡elé! e del cortometraggio 2D Captain Shield, il primo supereroe ecuadoriano, e ha diretto sette serie animate in 2D per la televisione educativa in Ecuador con la casa di produzione Zonacuario. Il Caso Strano dell’Uomo Proiettile è il suo primo cortometraggio come regista e sceneggiatore contemporaneamente, oltre ad essere responsabile della coordinazione generale della direzione artistica. Beto Val è anche un artista digitale, specialista nel surrealismo vintage. Ha oltre 270.000 follower su Instagram e i suoi lavori di collage sono stati riconosciuti in diversi paesi. Attualmente sta preparando mostre in Spagna e Messico.
Spider-Zan di Maryam Khodabakhsh
Iran | 2023 | 13’
Negar è una giovane ragazza che perde un oggetto proprio il giorno della sua cerimonia di fidanzamento. Questo causerà non pochi problemi.
Maryam Khodabakhsh è una regista, sceneggiatrice e montatrice iraniana nota per il suo cortometraggio WORLD CUP, che ha ottenuto oltre 100 selezioni internazionali. Ha ricevuto 21 premi e 20 nomination da rinomati festival cinematografici. Oltre alla sua carriera nel cinema, Maryam Khodabakhsh è membra di alcune giuria di prestigiosi festival cinematografici, tra cui il 14° WaterSprit Film Festival, il festival WUIFF e il flow film festival. Crede nel potere della voce unica di ogni individuo e considera il cinema un mezzo per connettersi con le persone e avere un impatto positivo.
Plastico di David Harriman, James Bettney
UK | 2023 | 5’
Nella provincia di Almeria, in Spagna, c’è un mare di teli di plastica che creano la più grande collezione di serre del mondo. Gli invernaderos (come vengono chiamati in spagnolo) coprono oltre 150 miglia quadrate e sono visibili a occhio nudo dallo spazio. Qui si coltiva in modo intensivo gran parte della frutta e della verdura europea. Ogni anno viene prodotta un’enorme quantità di rifiuti plastici (si stima che siano più di 30000 tonnellate). Il personale è composto da un esercito di migranti africani che lavorano in condizioni di caldo estremo nei mesi estivi.
l regista David Harriman è originario dell’Inghilterra settentrionale ma attualmente vive a Londra. È un fotografo di fama internazionale il cui lavoro è stato premiato con numerosi riconoscimenti ed è stato esposto in gallerie nazionali su entrambe le sponde dell’Atlantico. Il suo lavoro è incentrato su tematiche sociali e ambientali, che spaziano dalla migrazione e dai confini all’urbanizzazione del deserto. Anch’egli originario dell’Inghilterra settentrionale, James Bettney è un creativo interdisciplinare che ora vive a Barcellona. Laureato alla Glasgow School of Art, il suo lavoro spazia tra fotografia, film e illustrazione. Tra i suoi progetti più importanti c’è “Written in their Karma”, un documentario di lunga durata sviluppato in collaborazione con l’associazione benefica “Women for Human Rights” in Nepal, che mette in luce la resilienza e le sfide delle donne vedove.
Burul di Adilet Karzhoev
Kirghizistan | 2024 | 14
Una studentessa delle scuole superiori rurali, Burul, è interessata al wrestling. L’allenatore, però, non le permette di frequentare la palestra maschile, costringendola ad allenarsi a casa da sola. Anche il padre di Burul non crede che il wrestling sia adatto alle ragazze perciò le proibisce di allenarsi. Intanto, un ragazzo di un villaggio vicino, dopo numerosi tentativi di approccio falliti, decide di rapire Burul per sposarla.
Adilet Karzhoev nasce nel 1988 in Kirghizistan. Nel 2011 consegue la laurea presso l’Università Kirghiso-Turca di Manas, dipartimento di Radio, TV e Cinema. Nel 2019 consegue un Master presso l’American University in Asia centrale. Adilet produce numerosi documentari e film di finzione, spesso vincitori di importanti festival cinematografici internazionali. Adilet attualmente insegna al dipartimento di TV, cinema e arti visive presso l’American University in Asia centrale.
Sara di Ariana Andrade Castro
Perù | 2024 | 17’41”
Una bambina di 9 anni, solitaria e curiosa, scopre che suo padre, un camionista che trasporta frutta in giro per il paese, trasporta qualcosa in più che semplici merci.
Ariana è una regista, sceneggiatrice e produttrice peruviana. Laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Lima, ha realizzato diversi cortometraggi proiettati in festival nazionali e internazionali. Il suo lavoro più recente è il cortometraggio SARA, che ha vinto il Premio degli Incentivi Economici del Ministero della Cultura del Perù. Attualmente lavora come Produttrice Audiovisiva presso il Centro di Creazione Audiovisiva dell’Università, continuando allo stesso tempo a sviluppare i suoi progetti personali. È la direttrice e fondatrice di Gato Andino Films, una casa di produzione indipendente impegnata nel cinema sociale.
An Orange From Jaffa di Mohammed Almughanni
26′
Mohammed è appena tornato in Palestina. Farouk è un tassista che lavora in uno dei luoghi più pericolosi al mondo. Le loro vite si incrociano.
Nato a Gaza nel 1994, Mohammed Almughanni è un regista palestinese famoso per la sua regia evocativa che mescola narrazioni personali e politiche. Il suo ultimo cortometraggio, “An Orange from Jaffa”, è stato presentato in anteprima al Festival internazionale del cortometraggio di Clermont-Ferrand nel 2024, vincendo il prestigioso Grand Prix internazionale. I film di Almughanni esplorano spesso i paesaggi emotivi degli individui che vivono sotto l’occupazione, attingendo alle sue esperienze personali e riflettendo più in generale la lotta del popolo palestinese.